Diario
14 dicembre 2009
Tutti assai sensibili alla vista del sangue
Non si parla d’altro che dell’increscioso incidente occorso a Silvio Berlusconi, ieri, in chiusura del suo Predellino 2, sicché i contenuti della manifestazione – in pratica, i contenuti del discorso tenuto da Silvio Berlusconi – passano in secondo piano. È che siamo tutti assai sensibili alla vista del sangue, sicché mi chiedo: quanto ne avremmo visto, se Silvio Berlusconi non avesse voluto?
Invece di farsi subito trasportare al più vicino presidio medico, ha deciso di scendere dall’auto nella quale aveva trovato riparo pochi secondi dopo il mai abbastanza esecrato atto di violenza di cui era stato fatto oggetto, per giunta esponendosi ad eventuali ulteriori aggressioni da una piazza che aveva già bucato la sua scorta, e mettendosi bene in vista. In piedi sul predellino, naturalmente. Si è detto che abbia deciso così per rassicurare la folla dei suoi fan circa il suo stato di salute, ma quale stato di salute si comunica esibendo una faccia sporca di sangue? Spesso peggiore di quello reale. A mio modesto avviso, abbiamo assistito a un’altra splendida interpretazione del nostro premier, un’improvvisazione davvero notevole, soprattutto se si considera la freddezza del calcolo in un frangente del genere. Si può dire che Silvio Berlusconi sia riuscito a fare il goal decisivo in zona Cesarini, salvando così in extremis un Predellino 2 giocato tutto in melina, più in difesa che all’attacco, e perfino col rischio di qualche autorete, perché è noto che in difesa soffre, e che il suo forte sta nell’attacco.
Alla vigilia della manifestazione, d’altra parte, era già chiaro che, dopo i due passi avanti fatti a Bonn, potesse farne solo mezzo indietro, sennò restava solo da inviare l’ultimatum al Quirinale, al Consiglio superiore della magistratura e alla Corte costituzionale: datemi ciò che voglio o scateno una guerra civile. E mezzo passo indietro aveva fatto, tenendosi in difesa del suo governo: evitata un’altra Guerra fredda, tremila mafiosi arrestati, Napoli che splende, l’Abruzzo che sorride, i senza lavoro adeguatamente ammortizzati, eccetera. Però era evidente che qualche lancio in avanti, con la scusa dell’alleggerimento, non poteva mancare. Solito schema: “noi liberali contro voi comunisti” (varianti: “noi perbene contro voi coglioni”, “amore vs. odio”, ecc.). Collaudatissimo e sempre efficace, soprattutto perché un comunista, un coglione o uno che semplicemente non ami Silvio Berlusconi, in giro, si trova sempre. In piazza del Duomo, pure.
“Ecco, vedete? Qua ci sono dei ragazzi che ci contestano. Allora, vedete perché siamo qui e siamo in campo? Perché noi queste cose non le faremmo mai con voi. Perché noi siamo gente libera, abbiamo uno spirito liberale. Noi vi lasceremmo esprimere le vostre cose, in un pacato dialogo tra noi. Per questo dobbiamo contrapporci a voi, perché voi vorreste trasformare l’Italia in una piazza urlante che inveisce, che insulta, che condanna. Vergogna, vergogna, vergogna”. E qui la piazza urlante ha inveito, insultato e condannato i ragazzi che avevano inscenato la contestazione. “Bene, riprendiamo il nostro dialogo tra persone perbene”, ha detto chiudendo la parentesi, e con “persone perbene” avrà certamente voluto alludere a quelle che di lì a poco avrebbero voluto linciare il suo aggressore. Silvio Berlusconi sa bene quanto siano sensibili alla vista del sangue, le “persone perbene”. Perché non darglielo da vedere?
| inviato da malvino il 14/12/2009 alle 6:57 | |
|